La centrale idroelettrica Crespi d'Adda del 1909

Autore: Alice Perego

L’aumento del fabbisogno di energia elettrica necessario alle attività industriali, porta Cristoforo Crespi sul fare del nuovo secolo a convertire la centrale idromeccanica già esistente che alimenta i macchinari di tutta la fabbrica, in idroelettrica. Costruisce quindi l’attuale centrale, che viene ufficialmente inaugurata il 25 luglio 1909, giorno dedicato a San Cristoforo, protettore delle acque.

L’edificio, che è situato sul canale derivato in sponda sinistra dell’Adda realizzato a fine Ottocento, è preceduto da uno sbarramento dotato di uno “sgrigliatore” a pettine per trattenere i materiali portati dalla corrente.
La centrale idroelettrica è composta da tre gruppi generatori formati da tre turbine Kaplan del 1913, al piano interrato, e da tre alternatori Brown Boveri, visibili nella sala macchine. Ogni turbina è costituita da un elemento fisso, il distributore, che convoglia e regola il flusso dell’acqua, e da uno mobile, la ruota o girante. La turbina è poi collegata a un alternatore elettrico in metallo nero, costituito da una parte esterna fissa, lo statore, e da una parte interna mobile chiamata rotore, quest’ultimo, trascinato in rotazione dal movimento della turbina, produce un campo elettromagnetico che crea corrente elettrica alternata. Il voltaggio dell’elettricità è poi alzato dal trasformatore, che migliora il trasporto della corrente elettrica attraverso gli elettrodi.
Il canale di scarico o di smaltimento dell’acqua all’uscita riporta poi l’acqua al fiume Adda.

L’architettura della centrale, mostra l’attenzione che i Crespi ponevano nell’aspetto estetico anche in strutture di carattere produttivo. Le pareti piastrellate, il parquet, i dettagli dei portalampade, i disegni floreali alle pareti, le decorazioni in stile tardo Liberty lombardo e la bella consolle di comando, rendono la centrale la più bella tra le centrali idroelettriche del fiume Adda, nonostante sia anche la più piccola. La pianta rettangolare è divisa in cinque scomparti e l’edificio è realizzato in laterizio rivestito di pietre di ceppo(la pietra caratteristica dell’Adda) in bugne (pietre sporgenti dalla superficie liscia del muro) rettangolari. All’interno della centrale oggi è ancora possibile distinguere due strati diversi di decorazione. Il primo risale al 1909 ad opera dell’architetto Ernesto Pirovano (1866-1934), mentre il secondo è più friabile e può essere un risultato dei lavori di ampliamento eseguiti negli anni venti.
Per quanto riguarda le condizioni attuali della centrale, Francesco Bonfanti (autore insieme a M. Colombo del libro “Il villaggio di Crespi d’Adda”, 1991) scrive:

[…]Questo reparto [ la centrale] è, ancora oggi, conservato come in origine: si può tranquillamente dire che è un piccolo museo. Ottoni, pavimenti tirati a lucido e le parti meccaniche ancora ingrassate […].

Nel 1941 i proprietari della centrale rinunciarono al diritto prioritario di sfruttamento della Centrale Crespi a favore del Linificio Canapificio Nazionale SA che quindi dette il via alla costruzione della Grande centrale di Vaprio d’Adda. Caduta in disuso dal 1992, nel 2011 la centrale idroelettrica viene ceduta alla società Adda Energi, del Gruppo Iniziative Bresciane Spa, che chiede l’autorizzazione alla riattivazione. Nel 2015 iniziano i lavori di riattivazione e restauro, che si sono conclusi a fine dicembre e che hanno permesso al pubblico di accedere e visitare la parte storica dell’edificio a partire da settembre 2016. Il progetto di riattivazione rappresenta l’equilibrata fusione tra preservazione del valore storico-artistico della Centrale del 1909 e il progresso tecnologico, rappresentata da 2 nuove turbine del tipo “Kaplan biregolante” ad asse verticale e da 1200 Kva ciascuna, che hanno sostituito le precedenti e consentono una maggiore efficienza in un contesto storico-artistico che resta completamente conservato.

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