La chiesa

Autore: Tria Francesca

Accanto alla scuola, in piazza Cleopatra Bagnarelli, si trova la chiesa del villaggio operaio. L'edificio viene costruito a partire dal 1891 e, dopo pochi anni, nel 1893, viene aperto al culto dal vescovo di Bergamo Gaetano Camillo Guindani e qualificata con il titolo di "oratorio pubblico", secondo il diritto canonico. Il motivo principale che ha spinto i Crespi a costruire la chiesa è stato quello di garantire ai dipendenti dell'opificio un luogo di culto per le pratiche religiose vicino alla fabbrica, evitando loro di dover raggiungere le più distanti chiese delle limitrofe parrocchie di Canonica d’Adda o Capriate San Gervasio.

La chiesa del villaggio è una ricostruzione esatta nelle forme, nelle dimensioni e nella decorazione del santuario di Busto Arsizio, patria d'origine di Cristoforo Benigno Crespi.
Secondo le fonti storiche, sembra che l'ispiratrice di questa replica fu Pia Travelli, la signora Crespi, per ricordare le origini della famiglia, natia di Busto Arsizio.
La pieve di S. Maria dell'Aiuto a Busto risale al 1517 e vede coinvolti nella sua realizzazione in stile rinascimentale pittori e decoratori rilevanti per l’epoca mentre l’edificio di Crespi D’Adda viene eretto a oltre tre secoli di distanza e progettato dall’architetto di riferimento per i Crespi, Ernesto Pirovano. "L'Edilizia Moderna", una rivista del 1894, ne ricorda la somiglianza con la costruzione rinascimentale:
 
La riproduzione dell'edificio sacro di Busto Arsizio venne eseguita scrupolosamente tanto rispetto alla dimensione d'insieme che rispetto ai più minuti particolari architettonici e decorativi; la sola variante introdotta sta nell'avere tenuto il piano del pavimento rialzato di circa 70 centimetri con l'aggiunta di uno zoccolo in ceppo del paese e di una scalinata in marmo di Verona in corrispondenza della porta della chiesa.

La chiesa presenta una pianta quadrata e centrale, e una cupola ottagonale nascosta all’esterno da un tiburio decorato da un bel loggiato composto da 32 archi e chiuso da una lanterna.
Entrando colpisce la bellezza degli affreschi che la decorano: i pilastri con motivi a candelabra, putti alati, simboli della passione di Cristo. La decorazione pittorica interna è opera del maestro Luigi Cavenaghi (conclusa nel 1895), già protagonista del restauro delle opere della chiesa di Busto Arsizio.
Al di sotto della cupola ornata da motivi geometrici in prospettiva, tra gli archi e le colonne, troviamo dipinti di donne bibliche, di medaglioni con teste di profeti e di sibille.
Più recenti sono gli affreschi di Carlo Prada  (1921) che si trovano ai quattro angoli della chiesa e che raffigurano angeli in adorazione. Sono presenti anche due natività: una Madonna Assunta di Callisto Piazza e una Madonna della Provvidenza con Santi opera di Ercole Ruspi.
Nell’area presbiteriale si trovano gli affreschi di più recente fattura, opera di Ferdinando Monzio Compagnoni, mentre sull’altare si trova anche una scultura raffigurante Maria assisa con il Bambino in marmo di Carrara risalente al XVIII secolo.
Gli arredi lignei della chiesa sono realizzati nella carpenteria della fabbrica e comprendono la bussola, il coro, i confessionali e l'ambone: proprio su quest'ultimo vi è la raffigurazione dello stemma gentilizio dei Crespi Bustocchi.

Inizialmente la chiesa di Crespi era guidata dal parroco di Capriate e veniva chiamata "sussidiaria" proprio perché dipendeva dalla parrocchia limitrofa. Solo successivamente il cappellano del villaggio, don Pio Alborghetti, venne ad abitarvi e sostituì il vecchio sacerdote. Fino al 1925, battesimi, matrimoni, funerali e funzioni dovevano però essere celebrate a Capriate. A Crespi si celebravano solo due messe festive e una feriale fino a quando il vescovo di Bergamo Luigi Marelli, nel 1926, conferì alla chiesa il permesso di celebrare tutti i tipi di funzioni religiose, ma il titolo di "parrocchia" le venne attribuito ufficialmente solo nel 1983.

In l'occasione del centenario del 1991, la chiesa è stata restaurata e sono stati fatte alcune modifiche: sono stati posti un nuovo altare del sacrificio, consacrato nel 1992 dal vescovo Amadei, e un nuovo battistero, finalmente legittimato ad esserci dalla trasformazione della chiesa in parrocchia; inoltre sono stati ricollocati i vecchi altari laterali in legno.


Fonti web:

Bibliografia: